Agenti immobiliari, c’è meno pessimismo

Se il numero di compravendite di abitazioni tra marzo e giugno è cresciuto rispetto ai primi tre mesi del 2024 e anche rispetto allo stesso periodo del 2023, le attese sul mercato nazionale restano negative.

Il pessimismo degli agenti si è comunque attenuato rispetto a un anno fa. Sei operatori su dieci segnalano una stabilità dei prezzi delle abitazioni (67,2 per cento) e una stabilità dello sconto medio praticato fermo all’8,5 per cento. Invariato anche il tempo trascorso tra l’affidamento dell’incarico e la vendita (5,7 mesi). Più di 8 operatori su dieci (82 per cento) hanno intermediato abitazioni usate. Tra gli agenti ora si accentuano le attese di un calo dei prezzi. Il saldo relativo alle prospettive sull’andamento dei prezzi nel trimestre in corso è di poco sceso (a -17,8 punti percentuali), soprattutto per via della diminuzione della quota di operatori con aspettative di rialzo delle quotazioni (a 7,8 per cento da 10,5).

 Altro fattore positivo è che sono diminuite le percentuali degli agenti che riscontrano una riduzione degli incarichi da evadere (37,6 per cento da 40,6 nella scorsa indagine) e, in misura marginale, dei nuovi incarichi a vendere (42,2 da 42,8). In linea con le passate rilevazioni, le principali cause di cessazione dell’incarico a vendere erano il valore delle offerte ritenuto troppo basso dal venditore oppure il prezzo richiesto giudicato troppo elevato dai possibili compratori. È rimasta stabile la quota di agenti che segnalano la difficoltà nell’ottenere un mutuo da parte degli acquirenti tra le cause prevalenti, al 23,5 per cento, dopo essersi ridotta nei tre trimestri precedenti. La quota di acquisti finanziati da un mutuo è scesa rispetto alla precedente rilevazione, al 61,5 per cento. Resta stabile, al 77,1 per cento, il rapporto medio tra ammontare del prestito e valore dell’immobile.