Negozi sfitti, a occuparli ci pensano i ristoratori
Sul mercato immobiliare regge solo la domanda di locali da adibire alla ristorazione. Si cercano anche spazi per aprire supermercati di vicinato. Le imprese cercano di risparmiare e spostano gli uffici in periferia.
Stefania Aoi
Se un tempo eravamo un popolo di naviganti, oggi siamo sempre più un popolo di ristoratori. La prova sta nel fatto che sul mercato immobiliare uno dei pochi locali commerciali ancora ricercati è quello per le attività di ristorazione. Seguono gli spazi per supermercati di vicinato. Solo nei centri delle grandi città la richiesta di questi spazi regge, nelle vie meno trafficate invece non è raro trovare serrande abbassate e locali sfitti.
In Italia va così. E fatti salvi i negozi e gli uffici nelle zone più richieste delle città, in circa 8 anni, dal 2008 al 2015, questi immobili hanno perso suppergiù un terzo del loro valore. Un calo dei prezzi che proseguiva anche alla fine dello scorso anno e che inizia a spingere gli investitori a comprare. Secondo l’ufficio studi del gruppo Tecnocasa, questi acquirenti sono a caccia soprattutto di locali per attività commerciale e mirano a rendimenti tra l’8 e il 10 per cento a seconda della rischiosità.
Gli spazi più richiesti sono appunto quelli da adibire a ristorante, anche se nei centri delle grandi città l’offerta di immobili dotati di canna fumaria scarseggia. Non sentono la crisi le strade dello shopping a cinque stelle, grazie ai grandi marchi della moda disposti a tutto per avere una buona visibilità. Ma ad eccezione delle strade del lusso, nelle vie di minor passaggio non è sempre facile vendere o dare in locazione un locale commerciale.
Anche gli uffici perdono valore. Lo scorso dicembre si registravano cali dei prezzi intorno all’1,5 per cento per i centri direzionali e le palazzine residenziali di nuova costruzione e di quasi un 2 per cento per quegli immobili usati. Le società prediligono affittare o acquistare in zone ben servite da mezzi di trasporto e le strutture che offrono parcheggi. Le aree centrali delle città sono scelte per lo più da professionisti, come avvocati, commercialisti, o da imprese che vogliono degli uffici di rappresentanza.
La parola d’ordine è ancora risparmio ed ecco che molti professionisti per abbattere i costi si riuniscono in studi associati. Le aziende invece riducono le metrature o spesso e volentieri optano per i centri direzionali di nuova costruzione posizionati nell’hinterland, facilmente raggiungibili, con ampi parcheggi e con basse spese di gestione.
Sul mercato dei capannoni si segnala un calo dei prezzi sia per le nuove costruzioni (-1,3 per cento se vicino all’autostrada e -1,5 per cento se lontano) sia per quelle usate (-2 per cento). Anche sul versante delle locazioni i canoni sono in diminuzione. Le società in genere optano per immobili in locazione, si prediligono quelli vicino alle autostrade e in buono stato, con impiantistica a norma e soprattutto con un’area di carico e scarico merci, richieste soprattutto per attività artigianali, di vendita all’ingrosso o di deposito e stoccaggio merci. Chi compra predilige i piccoli tagli ed è in genere il proprietario di un’impresa artigianale che ha consolidato la propria posizione sul mercato.
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